Levigature è un viaggio sonoro immaginario, musicato in chiave solista dal chitarrista Daniele Gherrino e basato sull’esplorazione introspettiva della mutevolezza, a volte incontrollata, all’interno della condizione psicologica umana.
La musica vuole rappresentare il processo per cui una eventuale condizione di apparente serenità venga mutata da eventi avversi che lentamente la “levigano”, togliendo spazio al benessere psichico. L’impianto narrativo della performance sonora non è incentrato su ciò che si può dunque definire “malessere psichico”, quanto sul processo per cui da una condizione pur apparentemente stabile si arrivi al suo contrario. Il suono segue quindi questo percorso basato sul mutamento costante, sottolineando passaggi e trasformazioni attraverso elementi drammaturgici-musicali.
In Levigature avviene una presa di consapevolezza della condizione di sofferenza che si risolve in una totale accettazione di sé e dei propri limiti in quanto Persona. In tal senso la narrazione termina con una serena e quanto mai cosciente richiesta di aiuto, intesa non come segno di debolezza ma come momento di elevata lucidità, anelito alla quiete e miglioramento personale. Ciò viene rappresentato in Isole come una peregrinazione in cui l’Individuo recupera, attraverso diverse tappe di un viaggio introspettivo, le proprie energie per poter affrontare sotto nuovi presupposti le sfide che la vita gli offre.
Levigature (Smoothings) is an immaginary journey, a guitar solo composed by the musician Daniele Gherrino. It is based on the inner exploration of mutability that is typical of the human being.
The music wants to describe the changing from a condition of apparent quietness to a situation characterized by adverse events. The sound follows this path that is based on a constant change that underlines these transformations through dramaturgical and musical elements.
In Levigature there is the realization of human sufferings that are overcome thanks to the acceptance of the condition itself. The story ends up in a plea for help that in conclusion can be considered as a sort of personal conquer and improvement. This process is represented by the track Isole (Islands). It is a metaphorical wandering characterized by different stages and an introspective journey in which one can ricover energy in order to face challenges of life.
Dietro Casa narra di un piccolo paese situato su di una rupe in mezzo a due montagne. Un paese che ha due facce: tanto tranquillo e a tratti insopportabile nei mesi invernali quanto scalmanato, sguaiato, rumoroso e sempre a tratti insopportabile in quelli estivi.
In quel paese vado spesso e posso dire di averlo visto durante tutte le stagioni; d’inverno quando sembra completamente deserto e dopo le otto di sera sembra disabitato, d’estate quando prima delle sette di sera sembra siano tutti morti. L’ho visto in primavera quando qualche disgraziato e sporadico turista capita lì per poi finire a mangiare nello scarsissimo ristorante che si trova quasi alla fine del paese o nella peggior pizzeria del mondo (vi assicuro, è la peggiore del mondo).
L’ho visto in autunno dopo che la sempre più spersonalizzata sagra delle castagne lascia spazio al letargo che ha l’odore dei camini accesi e i parapendisti continuano a svolazzare sopra i tetti come fossero uccellini.
Vado in quel paese da quando sono nato e non ho mai stretto contatti con nessuno. Sono quindi una presenza invisibile per tutti e questo mi offre il privilegio di poter essere osservatore inosservato.
Le tracce che ascoltate sono state registrate lì, guardando e romanzando questo piccolo mondo fuori dalla finestra di un salotto, coi mezzi che in quel momento avevo a disposizione, mentre nella mia testa passavano immagini di stampo felliniano e gli uccelli cantavano beati.
Ogni traccia una scena che si collega ad un’altra scena, una sensazione ben precisa, un omaggio a persone o eventi di cui io per primo non mi sono mai curato ma che almeno una volta nella vita vale la pena fare per cogliere il gusto della semplicità.
Sono improvvisazioni pensate per questo paese, per i suoi abitanti, per l’esistenza che scorre dietro casa. Sono suoni grezzi, a tratti imprecisi ma sicuramente unici in quanto ogni traccia non è stata ripetuta una seconda volta.
“Dietro Casa” è una celebrazione e un omaggio alla vita che si rinnova ogni primavera, che va in letargo ogni autunno e che si ripete incessantemente ogni anno.
QRO Legacy. Il bello di essere “fuori posto”
Cosa succede a tutti quei musicisti che non riescono a riconoscersi in nessun genere? Il più delle volte accettano dei compromessi per tutta la vita. In QRO si sono invece incontrati sei musicisti con l’insoddisfazione di non sentirsi rappresentati da un ambiente musicale specifico, e che quindi hanno deciso di crearne uno inedito che potesse contenere le passioni e le specificità di ognuno, senza compromessi. Un qualcosa di diverso anche dalle pratiche di improvvisazione “libera”. QRO Legacy è il viaggio di una musica che non ha mai trovato la propria casa, ma che è stata proposta in contesti dove è sempre stata “fuori posto”: manifestazioni pop, rassegne sperimentali, serate in paninoteche, spettacoli in teatri, aperitivi in caffè letterari, cinema allestiti in capannoni industriali e scuole abbandonate. Dal 2016 al 2020 ci siamo riuniti con regolarità, condividendo palco e quotidianità, registrando tutte le prove e le esibizioni al massimo delle nostre possibilità, curando mixing e mastering collettivamente. Quasi un esperimento sociale in cui abbiamo imparato a sopportarci, accettarci e volerci bene anche con le grandi difficoltà e diversità di ognuno, principalmente grazie l’ascolto della musica che stavamo creando. Abbiamo quindi scelto di condividere ciò che QRO è stata, per noi e per i cari amici che hanno abbracciato questo percorso. Perché siamo stati tutti “fuori posto”, ma abbiamo avuto la fortuna di esserci, l’uno per l’altro. Ed è questo che manca più di ogni altra cosa. Perché era bello “essere fuori posto”, insieme. Davvero.
(Ludovico Peroni)